«Dalla Costituzione continua ad arrivarci un messaggio di uguaglianza e di solidarietà sostanziale…». Così Flick sintetizza il senso di questa antologia che ripropone, con un’ampia introduzione, i capitoli più importanti di tre suoi libri e affronta alla luce dei valori costituzionali i temi di più bruciante attualità.

«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Non amano l’acqua, molti di loro puzzano perché tengono lo stesso vestito per molte settimane. Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli altri. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di solito in due e cercano una stanza con uso di cucina. Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci. Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili, probabilmente antichi dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l’elemosina ma sovente davanti alle chiese donne vestite di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti… Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti».

Non so se anche voi siete caduti nel mio stesso errore, ovvero di pensare alle persone descritte come a zingari, extracomunitari o ai migranti che cercano nel nostro Paese una qualsiasi forma di sopravvivenza a fronte di guerre, calamità, impoverimenti sperimentati nei loro Paesi di origine. In realtà si tratta di una relazione dell’Ispettorato per l’Immigrazione del Congresso Americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, dell’ottobre 1912.
Stiamo parlando di più di un secolo fa, eppure sembra cronaca di oggi! Poco o nulla è cambiato, quindi, e il passato, con il suo bagaglio di dolore e di errori, di umiliazione e di ingiustizie torna prepotentemente sulla scena.

La pagina citata fa parte dell’Introduzione al volume antologico, pubblicato da Paoline, La Costituzione: un manuale di convivenza in cui il prof. Giovanni Maria Flick ha raccolto in un unico volume parti significative di saggi precedentemente pubblicati sulla Costituzione, sulla dignità, sull’ambiente e sul patrimonio artistico e culturale. Questi saggi sono stati scritti come elogi e del resto proprio di elogi si tratta, dal momento che i temi affrontati riguardano valori preziosi e irrinunciabili per la persona e per la collettività.

In questi ultimi tempi abbiamo celebrato tappe molto importanti per il nostro Paese e per il mondo: i settant’anni dell’entrata in vigore della nostra Costituzione; l’anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo, firmata a Parigi il 10 dicembre del 1948, e altri ricordi di date che richiamano pagine buie e pagine luminose della nostra storia recente.
In questi ricordi si intravedono valori che ne fondano la sostanza e motivano l’obbligo della memoria: la dignità della persona umana, la libertà e la pace, la cultura e la bellezza, il patrimonio ambientale e artistico che rispecchiano la più vera identità di un popolo.

Un manuale di convivenza (o di sopravvivenza?)

La domanda che sorge spontanea è perché questa antologia abbia come titolo La Costituzione: un manuale di convivenza. Il prof. Flick sostiene che questi valori sono tutti scritti e difesi nella nostra Carta Costituzionale; per questo è patrimonio comune dei cittadini che possono trovare in essa strade per una convivenza buona. Il suo carattere di rigidità viene proprio dal fatto che essa difende, sostiene e promuove questi grandi valori che nessuno può cancellare, anche se – lo vediamo molto bene ogni giorno – sono continuamente minacciati da interessi ideologici di parte, da sguardi miopi che limitano la visione all’immediato, dimenticando che la storia presenta sempre il conto, anche se non nell’immediato.

La grandezza della Costituzione italiana sta proprio nell’essere presbite, cioè nella capacità di guardare lontano. Ne è prova il fatto che offre insostituibili e vincolanti punti di riferimento su temi e problematiche che solo in questi ultimi tempi emergono con una forza e un’urgenza impensabile fino a qualche decennio fa: l’inizio e il fine vita; il rapporto tra scienza e medicina messo in dubbio da posizioni che poco hanno a che vedere con la tutela della salute; i diritti rivendicati senza tener conto che vi corrispondono doveri e responsabilità personali; la criminalità organizzata che ha raggiunto una capillarità e una pervasività inimmaginabile.

La politica, che dovrebbe essere un baluardo contro ogni forma di estremismo, è contagiata dal rancore, dall’astio, da anacronistiche e pericolose rivendicazioni nazionalistiche. In momenti di incertezza e di confusione, come quelli che viviamo, la Carta costituzionale garantisce un punto di riferimento saldo e sicuro a cui ancorare ogni dibattito, ogni ricerca e ogni legittima contestazione.
La Costituzione è un “patto per il futuro”, secondo una felice espressione contenuta nel volume e che rimanda a un capitolo del volume stesso. Ricordare il passato, onorare quanto dal passato abbiamo ricevuto e condannarne gli errori è l’unica strada possibile per costruire un futuro di convivenza e di pace.

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