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Levare la cittadinanza come se fosse un castigo viola la nostra Costituzione

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LIANA MILELLA – La Repubblica del 25/09/2018

«Mettere insieme migrazione, terrorismo e mafia vuol dire applicare ai migranti un’etichetta di sospetto e qualificazione negativa a priori, il che mi sembra inaccettabile». Dice così Giovanni Maria Flick, ex Guardasigilli ed ex presidente della Consulta, oltre che professore di diritto penale.

Anche la Chiesa critica quest’abbinamento. Per lei è improponibile?
«Applicare etichette aprioristiche di pericolosità significa presentare il migrante come un “diverso” di per sé pericoloso sia nel giudizio dell’opinione pubblica sia nell’approccio politico al problema delle migrazioni».

Qual è la disposizione che lei ritiene più a rischio di incostituzionalità?
«Il riconoscimento della cittadinanza italiana come una specie di premio di buona condotta e la sua privazione come un castigo, una pena accessoria. A me sembra una norma da cancellare perché la Costituzione dice con chiarezza che non si può essere privati della cittadinanza per motivi politici ma implicitamente aggiunge che non la si può dare o levare per ragioni di buona condotta. Altrimenti bisognerebbe trattare allo stesso modo anche i cittadini italiani e ritorneremmo ai tempi dell’esilio».

Neppure i reati di terrorismo potrebbero meritare una “pena” di questo genere?
«La revoca della cittadinanza non può essere una pena che andrebbe comunque prevista allo stesso modo per italiani e migranti. È un’ulteriore dimostrazione del fatto che non si possono mettere insieme i problemi di terrorismo e immigrazione». È fuori dalla Costituzione la stretta sui permessi di soggiorno per motivi umanitari? «Direi di no. Non è in linea con la tendenza dell’articolo 10 della Costituzione a riconoscere la massima espansione al diritto di asilo. Ma è rimesso alle scelte del legislatore che potrebbe seguire una linea più restrittiva rispetto a quella seguita finora. Comunque è una scelta politica che non promuove la pari dignità sociale di tutti, cittadini e migranti».

Negare la richiesta d’asilo o cancellarne uno già esistente per una condanna non definitiva è possibile?
«Se si viola il principio di non colpevolezza finché la sentenza non è definitiva, è evidente che si viola l’articolo 27 della Costituzione». E che ne pensa del Daspo ai corrotti prima dell’ultima parola della Cassazione? «Un Daspo perpetuo sarebbe incostituzionale. Un Daspo temporaneo è già previsto da tempo come pena accessoria o come misura cautelare».

 Trattenere fino a 180 giorni i migranti nei centri di permanenza non equivale al carcere preventivo?
«Novanta o 180 non cambia. Non c’è una privazione della libertà personale che richieda l’intervento di un giudice. Chi chiede asilo accetta di restare nel campo. Se esce, e può farlo, ritorna clandestino e perde la qualità di richiedente asilo. Occorre chiarire questo passaggio essenziale, altrimenti continueremo ad avere uno, cento, mille casi Diciotti».

Salvini promette di chiudere i campi rom entro la fine della legislatura.
«Mi pare una pessima promessa. E purtroppo la storia dell’Europa ci ha insegnato quanto possano essere pericolose certe promesse, al di là della loro intenzione».