Il dialogo tra passato e futuro, fondato sulla cultura, ci permette di vivere l’unica realtà possibile: la complessità del presente; ed è premessa e condizione della nostra dignità.
Sia quella che spetta a tutti noi – cittadini e stranieri – in astratto, in quanto persone. Sia quella che spetta a ciascuno di noi – cittadino o straniero – in concreto, nello svolgimento della propria personalità attraverso gli ostacoli di ordine economico e sociale che ne impediscono il pieno sviluppo e ne limitano la libertà e l’eguaglianza.
La memoria del passato sta nel linguaggio delle pietre e degli oggetti che esprimono quel passato. Il progetto del futuro sta nel linguaggio dell’erba, dei fiori, degli alberi, dell’acqua, della terra e dell’aria che ci circondano; che continuiamo sempre più a violentare e a cercare di far tacere, con la nostra pretesa dissennata di dominio e di sfruttamento dell’ambiente.
Il nostro rapporto con la bellezza e con la ricchezza del passato e con quelle della natura è componente essenziale della dignità oggi e soprattutto domani (se riusciremo a salvarle). Quel rapporto deve essere reso consapevole, possibile e sviluppato – grazie alla cultura e alla ricerca – attraverso la conservazione delle tracce del passato e la tutela dell’ambiente, di fronte ai guasti sempre più irreparabili che essi subiscono a livello globale e locale.
Da ciò l’importanza dell’articolo 9 della Costituzione per riflettere sia sulla promozione dello sviluppo della cultura e della ricerca; sia sulla tutela della memoria (il patrimonio culturale ed artistico) e sul progetto del presente e del futuro (l’ambiente).